mercoledì 6 aprile 2022

Relazione consultiva ICOMOS/UNESCO: "Il complesso edilizio di Borgo Berga è devastante nel suo contesto locale"

 





Pubblichiamo la relazione di marzo 2017 della "MISSIONE CONSULTIVA ICOMOS/UNESCO PER LA CITTA' DI VICENZA E VILLE DEL PALLADIO NEL VENETO (C 712bis).

Per leggere l'intera la relazione clicca qui


















giovedì 18 luglio 2013


COMUNICATO STAMPA

depositato l'esposto su Borgo Berga (Vi) al corpo di polizia forestale dello stato

Un nuovo Ecomostro nel Nord-Est?


A Vicenza il nuovo complesso è una colata compatta di cemento eretta direttamente sulle sponde del Bacchiglione e del Retrone, a pochi passi dalla Basilica Palladiana e dalla Villa la Rotonda, che sta cambiando per sempre lo skyline della città. 
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Il Comitato vicentino Contro gli Abusi Edilizi di Vicenza e Legambiente Veneto hanno depositato nella giornata di ieri un esposto al Nucleo Investigativo della Polizia Ambientale e Forestale di Vicenza in relazione al complesso edilizio di  Borgo Berga,  localizzato nella zona sud-est di Vicenza alla confluenza dei fiumi Retrone e Bacchiglione.

Il complesso edilizio, tuttora in costruzione, copre un area di 100 mila metri quadrati e ospita, oltre al nuovo Tribunale, una decina di edifici commerciali, direzionali e residenziali, con altezze che arrivano quasi a 20 metri. 

Nell’esposto si chiede al Corpo Forestale dello Stato di accertare le violazioni all’art. 96 lett. f) del R.D. 523/1904 (Testo Unico sull’edilizia) che stabilisce una fascia di inedificabilità assoluta di 10 metri dalle sponde o dal piede degli argini dei corsi d’acqua pubblici.

Il nuovo Tribunale e l’ipermercato  risultano costruiti  all’interno della fascia di rispetto fluviale, ma anche gli altri edifici in via di realizzazione non sembrano rispettare, in più parti, le distanze minime previste dalla norma statale.

“Va rilevato che – osserva Paolo Crestanello, Comitato Abusi Edilizi di Vicenza - «Il divieto di costruzione di opere dagli argini dei corsi d'acqua, previsto dall'art. 96, lett. f), t.u. 25.07.1904 n. 523, ha carattere legale, assoluto e inderogabile, ed è diretto al fine di assicurare … il libero deflusso delle acque (cfr. Cassazione civile, sez. un., 30.07.2009, n. 17784); esso è cioè teso a garantire le normali operazioni di ripulitura/manutenzione e a impedire le esondazioni delle acque»  (TAR Lombardia, Brescia, Sez. II, 1 agosto 2011, n. 1231). La violazione della fascia di rispetto fluviale assume, quindi, una valenza particolarmente grave per una area considerata a rischio idraulico. L’esondazione del Bacchiglione in tempi recenti ha, infatti, procurato alla città di Vicenza danni ingentissimi che rischiano, purtroppo, di ripetersi anche in futuro. Con il nostro esposto vogliamo fare chiarezza a tutela dei nostri concittadini.

“Parlare di abusi edilizi e di ecomostri in questa regione non deve portare a ragionamenti fuorvianti – commenta Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto – o paragoni fuori luogo tra sud e nord d'Italia. Sono due realtà evidentemente differenti dove, riguardo il primo aspetto, ci troviamo purtroppo a constatare come in Veneto e nel resto del nord, l'illegalità dell'azione speculativa tipica del sud viene sostituita da quella che noi abbiamo più volte definito legalità debole o alcune volte persino addomesticata, allo scopo di costruire laddove, per
motivi di sicurezza, di bellezza paesaggistica e di convenienza pubblica, non si dovrebbe”.

È anche per questi motivi – chiudono Lazzaro e Crestanello - che crediamo sia corretto parlare di ECOMOSTRI anche a nord-est, perché colate di cemento in aree a rischio idrogeologico come quella di Borgo Berga a Vicenza, appaiano come speriamo sia dimostrato con le prossime indagini: un atto criminoso verso il paesaggio, un'ulteriore occupazione di suolo in un'area delicata e di pregio, che attenta alla sicurezza dei cittadini in barba alle leggi in vigore.


Vicenza, 18 luglio 2013

Per il Comitato Contro gli abusi edilizi: Crestanello Paolo 
Per Legambiente Veneto Luigi Lazzaro   







venerdì 24 maggio 2013




Comunicato  del Comitato contro gli abusi 
edilizi
In relazione alla vicenda dell’ex Totem, nota discoteca sita in zona Ponte Alto, e alla decisione della magistratura vicentina di archiviare il procedimento penale a carico di 2 dirigenti comunali, vorremmo  precisare quanto segue.   
Il dirigente comunale Murzio autorizzò nel 2006 la riapertura della discoteca Totem,  dopo  averne   decretato la chiusura  a causa degli abusi edilizi riscontrati dalla Polizia Locale. Pur dichiarando insussistente il reato penale, il Giudice ha ritenuto quel provvedimento “abnorme”. Il provvedimento faceva seguito ad un parere favorevole alla riapertura della discoteca da parte della Commissione di Vigilanza e Pubblico Spettacolo presieduta dallo stesso Murzio. Parere deliberato in difetto del numero legale (in assenza cioè di Polizia locale e Vigili del Fuoco) e quindi in violazione dell’art.  4 del D.P.R. n. 311/2001.  Difficile quindi parlare di comportamento corretto.
A distanza di pochi giorni dalla riapertura del Totem, l’ufficio comunale competente confermava l’abuso ed emetteva ordinanza di demolizione. Il privato ricorreva al TAR senza però chiedere la sospensiva del provvedimento. Da qui l’ipotesi di reato per omissione a carico dei dirigenti comunali,  per non aver adottato a distanza di sei anni nessuna confisca e demolizione. Il giudice ha ritenuto non esservi reato penale, in quanto l’inerzia era giustificata dal timore che, in caso di soccombenza avanti al TAR, il Comune avrebbe dovuto pagare danni al privato.
Ne prendiamo atto. Tuttavia, come abbiamo appreso recentemente, entro i 90 giorni dalla data dell’ordinanza il privato presentava istanza di sanatoria, rigettata dal Comune perché l’intervento era in contrasto con la destinazione d’uso “prevalentemente industriale dell’area”. E, fatto assai più importante e rilevato nell’istruttoria, perché l’immobile industriale non aveva gli standard a parcheggio necessari per un uso commerciale. Uso che, notoriamente, comporta un maggior carico urbanistico e il pagamento di maggiori oneri. Incidentalmente ricordiamo che, proprio in base a questo motivo, TAR Veneto e Consiglio di Stato hanno confermato, per la Torre Girardi, il decreto provinciale di annullamento dei permessi di costruire rilasciati dal Comune.
E’ importante osservare, per giurisprudenza consolidata, che la richiesta di sanatoria successiva all’ordinanza di demolizione rende quest’ultima inefficace e il dirigente deve ripresentare un nuovo provvedimento con fissazione di nuovi termini per ottemperarvi (Cons. Stato, sez. IV, 29/11/2012, n. 6097).  Cosa che  nessun dirigente comunale ha finora fatto. Di conseguenza, il ricorso al TAR appare improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse.
In buona sostanza, pur permanendo una situazione antigiuridica, qual è l’abuso edilizio, a tutt’oggi non esiste nessuna sanzione efficace da parte del Comune. Per questo motivo, da circa 25 anni il privato può disporre liberamente di un immobile abusivo (secondo quanto accertato dai dirigenti comunali), svolgendovi, anche recentemente, lavori edilizi con l’assenso del Comune. Va rilevato che la  Suprema Corte di Cassazione penale, con orientamento costante,  ha stabilito  che non possono essere autorizzati  lavori edilizi per un immobile abusivo non sanato, né condonato: “in quanto gli interventi ulteriori ripetono le caratteristiche di illegittimità dell'opera principale”  (Cass. pen. sez. 3, 19.4.2006, n.21490).
Non si tratta di un caso isolato. L’area industriale di Ponte Alto negli anni ha subito una trasformazione di fatto, diventando commerciale in mancanza dei più elevati standard (parcheggi) richiesti per tale attività. Ricordo che i privati non hanno ceduto, e il Comune non ha fatto nulla per ottenerli, gli standard esistenti e cioè: strade, parcheggi e area verde, per una superficie di oltre 15 mila metri quadrati. Una cessione gratuita prevista da un atto unilaterale firmato dal privato lottizzante, in compensazione della quale chi ha costruito è stato esentato dal pagamento degli oneri di urbanizzazione. Il tutto, a vantaggio dei privati e in danno dell’erario e del territorio.  
Vicenza, 24 maggio 2013. 
Per il Comitato contro gli abusi edilizi, Paolo Crestanello





















giovedì 18 aprile 2013


Vecchia Ferriera, il caso si allarga: lambiti sindaco e uffici

Di Marco Milioni | Martedi 16 Aprile alle 17:27 | 5 commenti
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Durante l'udienza di oggi il gip Stefano Furlani si è riservato del tempo per stabilire se rinviare a giudizio o meno Arcangelo Murzio e Roberto Pasini, i due ex dirigenti del comune di Vicenza che avrebbero, almeno in tesi d'accusa iniziale, comunque concesso l'apertura dell'ex Totem a fronte di una situazione di irregolarità edilizia conclamata. Ma per il cosiddetto caso di via Vecchia Ferriera a palazzo Trissino ci sono clamorosi sviluppi penali e amministrativi. Con questi ultimi che lambiscono anche il sindaco Achille Variati.
Oggi a palazzo di giustizia si è tenuta una udienza davanti al giudice delle indagini preliminari. Il dottor Furlani ha chiesto tempo per analizzare il corposo dossier a carico dei due indagati rispetto ai quali il pm Luigi Salvadori ha chiesto tuttavia l'archiviazione non ravvisando comportamenti da codice penale. Di avviso opposto la parte civile, ovvero il Comitato contro gli abusi edilizi che tramite i suoi legali si è opposto.

Eco passate. Ad ogni modo il cosiddetto affaire di via Vecchia Ferriera (in foto un cartello di cantiere) è un coacervo di questioni urbanistiche, civili, penali e amministrative di un pezzo della spalla Ovest di Vicenza sedimentato negli anni. Le magagne nascono dal fatto che le aree, quasi tutte a vocazione produttiva, sono nel tempo state utilizzate con vocazione terziaria. Il comune negli anni ha cercato di intervenire. Ma tra modifiche urbanistiche, inerzie stratificate anche in relazione a lontane responsabilità degli uffici (come ammesso anche dall'assessore all'annona Tommaso Ruggeri), procedimenti, civili, penali e amministrativi l'amministrazione non è mai riuscita a venire a capo della partita. Il che ha scatenato negli anni le reazioni del comitato contro l'abusivismo edilizio.

La novità. Frattanto in questi giorni sull'amministrazione è caduta una nuova tegola. L'imprenditore Agostino Cogo, noto per avere scatenato e vinto una battaglia ventennale a Grumolo delle Abbadesse per il cosiddetto affare Desio & Robé, da anni è impegnato in un procedimento civile contro Margherita Carta Veller, ex candidato leghista a sindaco di Vicenza e proprietaria dello stabile in cui ha trovato posto l'ex Totem. Per dare sostanza all'azione dei suoi legali a più riprese Cogo ha chiesto alcune carte all'amministrazione. L'imprenditore lamenta in questo senso l'inerzia da parte di palazzo Trissino e di piazza Biade; così il giorno 8 aprile ha indirizzato una durissima diffida al sindaco Achille Variati, alla direttrice dell'edilizia privata Michela Piron (nominata di fiuducia dal primo cittadino all'inizio della consiliatura) e ad Alessandro Ceola, funzionario dell'urbanistica del comune di Vicenza. Nel documento Cogo chiede che in ossequio alla ordinanza di demolizione emessa dalla municipalità il 25 gennaio 2007 (alla quale più volte il comitato contro gli abusi edilizi ha fatto riferimento nella sua battaglia), gli uffici agiscano di conseguenza.

La denuncia. Cogo però non si ferma ed il 9 aprile denuncia in sede penale alla Forestale la condotta degli uffici di piazza Biade. Nella denuncia finisce il nome di Ceola: «Alla odierna il signor Ceola non ha ancora risposto alla mia richiesta di accesso agli atti. Con nota del 8 aprile 2013 diffidavo formalmente il sindaco... segnalo quanto sopra affinché... l'autorità giudiziaria persegua chi di dovere...». E Cogo è un fiume in piena: «Agli uffici chiedo chiarezza e chiedo tutte le carte. Pochi giorni fa sono entrato in possesso di un documento firmato da Veronica Veller, che oltre ad essere la consulente della Carta Veller credo che con lei abbia pure legami di stretta parentela. Quel documento dovrebbe essere secondo il suo estensore una delle prove della condotta corretta da parte del privato. Ma a me è risultato incomprensibile».

Questione politica e scenari futuri.
 Ma chi è veramente Veronica Veller? È per caso parente stretta della Margherita Carta Veller? E sempre Veronica è per caso uno dei candidati, o «giovani d'assalto», della listache appoggia alle prossime amministrative proprio il democratico Variati? Quest'ultimo al momento non risponde. Ma l'altro aspetto pesante riguarda Ceola. Quest'ultimo, che altrettanto interpellato al momento non prende posizione, è uno dei volti emergenti in seno al Movimento cinque stelle di Vicenza. Quando Vicenzapiu.com il 17 settembre 2012 accese i suoi riflettori sul funzionario comunale, sulla pagina dei commenti della testata si scatenò un pandemonio. Frattanto parla anche Paolo Crestanello, uno dei portavoce del Comitato contro gli abusi edilizi: «A brevissimo renderemo nota la nostra posizione. Al momento ci limitiano a ribadire che sulla vicenda di via Vecchia Ferriera e sull'operato di piazza Biade occorre una grande operazione di trasparenza».

http://www.vicenzapiu.com/leggi/vecchia-ferriera-il-caso-si-allarga-e-lambisce-il-sindaco-e-gli-uffici