Comunicato del Comitato contro gli abusi
edilizi
In
relazione alla vicenda dell’ex Totem, nota discoteca sita in zona Ponte Alto, e
alla decisione della magistratura vicentina di archiviare il procedimento
penale a carico di 2 dirigenti comunali, vorremmo precisare quanto segue.
Il
dirigente comunale Murzio autorizzò nel 2006 la riapertura della discoteca Totem,
dopo averne decretato la chiusura a causa degli abusi edilizi riscontrati dalla
Polizia Locale. Pur dichiarando insussistente il reato penale, il Giudice ha
ritenuto quel provvedimento “abnorme”. Il provvedimento faceva seguito ad un parere
favorevole alla riapertura della discoteca da parte della Commissione di
Vigilanza e Pubblico Spettacolo presieduta dallo stesso Murzio. Parere deliberato
in difetto del numero legale (in assenza cioè di Polizia locale e Vigili del
Fuoco) e quindi in violazione dell’art.
4 del D.P.R. n. 311/2001. Difficile
quindi parlare di comportamento corretto.
A
distanza di pochi giorni dalla riapertura del Totem, l’ufficio comunale
competente confermava l’abuso ed emetteva ordinanza di demolizione. Il privato
ricorreva al TAR senza però chiedere la sospensiva del provvedimento. Da qui
l’ipotesi di reato per omissione a carico dei dirigenti comunali, per non aver adottato a distanza di sei anni
nessuna confisca e demolizione. Il giudice ha ritenuto non esservi reato
penale, in quanto l’inerzia era giustificata dal timore che, in caso di
soccombenza avanti al TAR, il Comune avrebbe dovuto pagare danni al privato.
Ne
prendiamo atto. Tuttavia, come abbiamo appreso recentemente, entro i 90 giorni
dalla data dell’ordinanza il privato presentava istanza di sanatoria, rigettata
dal Comune perché l’intervento era in contrasto con la destinazione d’uso “prevalentemente industriale dell’area”. E,
fatto assai più importante e rilevato nell’istruttoria, perché l’immobile industriale
non aveva gli standard a parcheggio necessari per un uso commerciale. Uso che,
notoriamente, comporta un maggior carico urbanistico e il pagamento di maggiori
oneri. Incidentalmente ricordiamo che, proprio in base a questo motivo, TAR
Veneto e Consiglio di Stato hanno confermato, per la Torre Girardi, il decreto
provinciale di annullamento dei permessi di costruire rilasciati dal Comune.
E’
importante osservare, per giurisprudenza consolidata, che la richiesta di sanatoria
successiva all’ordinanza di demolizione rende quest’ultima inefficace e il
dirigente deve ripresentare un nuovo provvedimento con fissazione di nuovi
termini per ottemperarvi (Cons. Stato, sez. IV, 29/11/2012, n. 6097). Cosa che
nessun dirigente comunale ha finora fatto. Di conseguenza, il ricorso al
TAR appare improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse.
In buona
sostanza, pur permanendo una situazione antigiuridica, qual è l’abuso edilizio,
a tutt’oggi non esiste nessuna sanzione efficace da parte del Comune. Per
questo motivo, da circa 25 anni il privato può disporre liberamente di un immobile
abusivo (secondo quanto accertato dai dirigenti comunali), svolgendovi, anche
recentemente, lavori edilizi con l’assenso del Comune. Va rilevato che la Suprema Corte di Cassazione penale, con
orientamento costante, ha stabilito che non possono essere autorizzati lavori edilizi per un immobile abusivo non
sanato, né condonato: “in quanto gli
interventi ulteriori ripetono le caratteristiche di illegittimità dell'opera
principale” (Cass. pen. sez. 3,
19.4.2006, n.21490).
Non si
tratta di un caso isolato. L’area industriale di Ponte Alto negli anni ha
subito una trasformazione di fatto, diventando commerciale in mancanza dei più
elevati standard (parcheggi) richiesti per tale attività. Ricordo che i privati
non hanno ceduto, e il Comune non ha fatto nulla per ottenerli, gli standard
esistenti e cioè: strade, parcheggi e area verde, per una superficie di oltre 15
mila metri quadrati. Una cessione gratuita prevista da un atto unilaterale
firmato dal privato lottizzante, in compensazione della quale chi ha costruito
è stato esentato dal pagamento degli oneri di urbanizzazione. Il tutto, a
vantaggio dei privati e in danno dell’erario e del territorio.
Vicenza,
24 maggio 2013.
Per il Comitato contro
gli abusi edilizi, Paolo Crestanello